E' sempre più vinile mania!

Il ritorno del vinile

E' sempre più vinile mania!
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In un’epoca dove lo streaming selvaggio alla Spotify, dove tonnellate di file mp3 sono conservati negli hard disk di un pc o semplicemente nelle memoria di un telefono, il vinile sta vivendo una seconda vita.
Nato alla fine degli anni 40, per molti il vinile è legato ai ricordi della giovinezza, dove la musica era novità, era cultura; sì perché all’epoca non c‘era Internet, non c’era YouTube: si leggevano riviste, tante riviste (Rockstar in primis, giusto per menzionarne una), ci si appassionava al gruppo, al cantante e poi si usciva di casa per andare dal tuo negozietto di fiducia e lì trovavi persone come te, con la tua stessa passione e davi vita alla base dei social di adesso: la condivisione di informazioni.
Non sarò certo io a scendere in tecnicismi su cosa suona meglio: il vinile ha un anima, punto.

Tempo fa ho letto un articolo su un giornale dove nel titolo si leggeva questo:


"Posare il disco sul piatto di un giradischi e abbassare la puntina è un gesto reverenziale, ritualistico, magico"

Ed è proprio vero. Chi ascolta musica in vinile crea un rituale in quel momento: il disco sul piatto, la pulizia del supporto (assolutamente con un panno antistatico) ed il posizionamento della puntina sul disco, e poco importa se dopo cinque canzoni bisogna alzarsi per cambiare 'lato' perché tutto questo fa parte della magia.


Ascoltare un vinile, ascoltarlo bene, implica un impianto HiFi; il mercato degli impianti vintage anni 80 è floridissimo: gli impianti sono a “pezzi” e ognuno fa il suo lavoro, l’amplificatore (rigorosamente con ingresso Phono, in quanto il segnale del giradischi è un segnale pre ampificato), l’equalizzatore, le casse bass-reflex fatte in vero legno, non fanno che esaltare il suono caldo caratteristico dei 33/45 giri.

Ascoltare musica in vinile vuol dire abbandonarsi anche alle copertine dei dischi, perché sono parte integrante dell’esperienza musicale che si sta vivendo. Ti permette di vivere a 360 gradi l’opera del cantante o gruppo musicale che hai deciso di acquistare.  Artisti del calibro di Andy Warhol, Damien Hirst, Salvador Dalì e tanti, tantissimi altri  hanno contribuito alla creazioni di copertine uniche al mondo, delle autentiche opere d’arte: il linguaggio visivo della musica.
E forse, proprio per questo piccolo ecosistema, fatto di musica, ricerca della comunicazione visiva attraverso l’immagine di una copertina, che il vinile sta abbracciando una fetta sempre più consistente di giovani attratti sempre di più da questo classico per eccellenza nella fruizione di musica, non solo più un mercato di nicchia, un mercato che nel 2017 valeva un miliardo di dollari e le stime per il 2018 confermano il trend di questa ascesa che ha convinto la Sony a riaprire lo storico stabilimento di produzione di vinili a Tokyo. La casa nipponica è la stessa azienda che nel 1982 lanciò il CD, sostenendo fortemente la musica digitale, decretando il pensionamento prematuro del supporto in gommalacca.

 

"London Calling, dei The Clash dove il bassista distrugge la sua Fender, o la celebra banana dell'album dei Velvet Underground, sono una delle tante copertine che sono ritenute autentiche opere d'arte, icona della musica"

Lo ammetto, io sono di parte, adoro il vinile e molte volte perdo intere giornate nei mercatini a cercare qualche disco che mi manca per aumentare la mia collezione, collezione in senso lato, perché a differenza di molti, i dischi non li metto in bacheca, ma voglio viverli ed assaporarmi la magia che descrivevo prima.


Un collezionista un giorno disse: "la musica digitale è solo questione di praticità, ma noi non vogliamo la praticità, vogliamo il piacere", battute a parte, in una società dove tutto scorre veloce, che ci ha portato ad usufruire della musica ovunque, dove quando una canzone non ci piace si skippa subito, perché non si ha tempo e forse voglia di soffermarsi per ascoltarla meglio, mentre avendo un vinile ascolti l'intera opera dell’artista più e più volte la differenza sta proprio qui, tralasciando la vena romantica…ovvero:


La differenza tra sentire la musica ed ASCOLTARLA…

Ringrazio Giovanna ( link twitter ) , fonte inesauribile di informazioni